L’avvocata Mariella Trombetta nuovo assessore comunale

Il sindaco di Squillace ha nominato un nuovo assessore per la sua giunta municipale. Si tratta di una donna, l’avvocata Mariella Trombetta, membro esterno, in quanto non fa parte del consiglio comunale.
Trombetta prende il posto dell’altro membro della giunta municipale in quota rosa, Cinzia Mellace, che rassegnò le dimissioni dall’incarico a luglio dello scorso anno. La Mellace, essendo stata eletta in consiglio, si dimise anche dalla carica di consigliere.
Muccari ha nominato la Trombetta ieri mattina con proprio decreto dopo avere acquisito agli atti la documentazione relativa al possesso dei requisiti di candidabilità compatibilità ed eleggibilità. Alla stessa molto probabilmente sarà affidata la delega ai tributi, quella cioè precedentemente posseduta dalla Mellace.
Intorno alla mancata nomina di una donna all’interno della giunta era ruotata la vicenda del ricorso al Tar Calabria proposto dalla capogruppo di opposizione di “Squillace in Movimento”, Anna Maria Mungo e da altre quattro persone per l’annullamento, previa sospensione, dei decreti del sindaco di nomina degli assessori comunali, della deliberazione di consiglio comunale di presa d’atto della nomina della giunta e di ogni altro atto presupposto e consequenziale, per la questione del mancato rispetto delle cosiddette “quote rosa”, in quanto l’organismo, al momento dell’insediamento del nuovo consiglio, era composto da tre uomini e una donna, oltre al sindaco.
Poi si ovviò con la nomina della Mellace, ma in seguito alle sue dimissioni la questione si ripropose costituendo l’oggetto di numerosi e continui rilievi da parte delle opposizioni consiliari.
Con la nomina di Mariella Trombetta la giunta municipale di Squillace rispetta pienamente la parità di genere, essendo composta, oltre che dal sindaco, dal vice Stefano Carabetta, dall’assessora Rosetta Talotta e dall’assessore Franco Caccia. «Dopo otto mesi – è il commento dei consiglieri di minoranza Oldani Mesoraca ed Enzo Zofrea – il sindaco ha ritenuto di rientrare nel rispetto della legge che lo obbliga ad avere due donne in giunta.
Deve essere stata davvero complicata la ricerca, ma non ci stupisce più di tanto visto che la prima volta la nominò anche allora dopo otto mesi dall’insediamento del consiglio e dopo una raccomandazione fattagli in tal senso dal Tar».
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud)

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