Le chiazze giallastre apparse nel mare sarebbero dovute a fenomeni naturali

Niente inquinamento e, quindi, nessun pericolo per i bagnanti. Il mare di Squillace non sarebbe sporco. Le enormi chiazze giallastre apparse nei giorni scorsi, con presenza di pesci e molluschi morti, sarebbero dovute a fenomeni naturali.
Dopo il servizio di “Gazzetta del Sud” di mercoledì 6 maggio, che ha creato non poca preoccupazione in città, a chiarire innanzitutto  che il sistema della depurazione delle acque reflue funziona alla perfezione è il sindaco di Squillace Pasquale Muccari, il quale intende «assicurare che le acque reflue dei depuratori squillacesi si possono addirittura bere». «Le autorità sanitarie – aggiunge – eseguono continui controlli chimici e batteriologici e nessuna sanzione è stata irrogata finora all’amministrazione comunale di Squillace.
Le chiazze scure, quelle che caratterizzano il macroinquinamento, sono presenti solo allorquando le correnti spingono dalla parte sud della costa verso nord. Eventuali versamenti in mare sarebbero, quindi, da ricercare presso altri siti.
Tengo a precisare che Squillace è comune più di ogni altro fornito di impianti di depurazione: ce ne sono ben quattro tutti funzionanti e mantenuti validamente». Il fenomeno delle chiazze giallastre notate in questi giorni lungo il litorale squillacese, dal bagnasciuga fino a diverse decine di metri al largo, sarebbe dovuto, invece, all’innalzamento della temperatura dell’acqua, con mare calmo e vento caldo da terra; condizioni che permettono la nascita di piccole alghe e la successiva loro decomposizione, provocando il consumo di gran parte dell’ossigeno presente in acqua.
Ciò spinge a spostarsi verso la riva molti pesci e altri esseri viventi marini, che spesso si arenano e muoiono. Se i fenomeni segnalati sono, dunque, di origine naturale e non riconducibili a problemi di inquinamento dell’acqua del mare dovrebbe essere stabilito con certezza dalle autorità competenti attraverso specifici controlli e analisi, al fine di rassicurare turisti e residenti.

Salvatore Taverniti

Lascia un commento