Il centro diurno Cassiodoro di Squillace Lido senza contributi rischia la chiusura

Dopo la pausa delle festività natalizie, il centro diurno Cassiodoro di Squillace Lido non ha riaperto. Un vero problema per gli ospiti disabili che vengono accolti nella struttura gestita da Fondazione Città Solidale Onlus. Il servizio, operante dal lunedì al sabato, dalle ore 9 alle 15, accoglie fino ad un massimo di venti persone con disabilità anche estrema ed al suo interno vengono realizzati vari laboratori. Vi opera un’équipe educativa e vi si realizzano piani assistenziali individualizzati.
«Negli ultimi anni – spiega padre Piero Puglisi, presidente di Città Solidale – abbiamo offerto il servizio ricevendo solo qualche contributo dal Comune di Soverato, capofila del distretto socio-assistenziale. Il 2020 e il 2021 sono assolutamente scoperti. Città Solidale ha sostenuto il servizio (operatori, spese di gestione, vitto per i disabili) direttamente con fondi propri, nella speranza che le molteplici promesse fossero mantenute, cioè avere un contributo dai fondi che la Regione ha inviato puntualmente ai Comuni capo ambito sia per il 2020 che per il 2021».
Dunque, finora solo promesse non mantenute.
Con il 2022 il centro avrebbe dovuto cominciare un’altra annualità, ma senza garanzie diventerebbe  una questione complessa. Una situazione analoga riguarda il centro diurno per disabili a Catanzaro. E allora, finanziare per più anni due realtà diverse potrebbe portare al collasso la Onlus. «È vero che facciamo solidarietà anche noi – rimarca padre Piero – ma certamente non possono essere sostenuti costi così importanti. Per cui stiamo chiedendo garanzie almeno per il 2022 oltre che continuare a sperare in un piccolo rimborso degli anni pregressi».
Intanto, anche per il nuovo anno il servizio è rientrato nel piano di zona che la riforma del terzo settore prevede, nel senso che è stato riconosciuto che il centro disabili Cassiodoro di Squillace Lido è utile e necessario al territorio, per cui dovrebbe essere stabilizzato con fondi che chiaramente il Comune capo ambito dovrebbe avere.
Serve naturalmente un minimo di documento scritto con cui ci si impegna a stabilizzare il centro.
Per ora la Fondazione sta cercando di coinvolgere i Comuni da cui provengono i disabili. Anche il Comune di Squillace ne ha diversi, ma occorre perorare la causa e tentare di avere qualche risposta formale. «Viviamo un grande disagio – spiegano i responsabili della struttura – non soltanto degli operatori che sono stati fermati e non possono lavorare, ma ci preoccupa di più ovviamente che i disabili, persone già segnate da sofferenze e da problematicità, non possano venire e rimangono a casa.
Chiaramente si lamentano anche le famiglie perché avevano trovato un grade sollievo nel fatto che queste persone potessero stare al centro per sei ore al giorno e invece adesso devono gestirli direttamente a casa». Una grande situazione di sofferenza e di disagio: si auspica che le istituzioni preposte accolgano l’appello e che i sindaci siano sensibile a questa problematica.
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 20 gen 2022)

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