I cittadini squillacesi amano gli animali e spesso li accudiscono a loro spese

La notizia sta facendo il giro d’Italia, attraverso i media e i social network. Tutti a puntare l’indice verso la città di Squillace e i suoi abitanti, per via dell’ennesima strage di cani randagi, quattro, oltre ad uno di proprietà, che ignoti hanno fatto morire con le esche avvelenate venerdì scorso.
Due cagnolini, invece, sono in prognosi riservata, curati amorevolmente dalla sezione di Soverato della “Lega per la difesa del cane”. Squillace viene definita da molti  “zona ad alto rischio”, “città maledetta”, “posto da non visitare più, né d’estate né d’inverno”.
Ma fare di ogni erba un fascio è sempre sbagliato. Perché a Squillace esiste un nutrito numero di persone, giovani in particolare, che amano gli animali, li accudiscono e ne segnalano i maltrattamenti.
Come nell’ultimo caso accaduto: sono stati proprio i giovani animalisti squillacesi a far intervenire immediatamente le associazioni, le autorità e i veterinari. Polpette avvelenate sparse nell’area del “Centro servizi per l’artigianato”, che hanno causato l’atroce fine dei poveri cuccioli, ma che costituiscono anche pericolo per la salute pubblica.
«Il tempestivo intervento dei volontari e di un veterinario – spiega Serena Voci, presidente della “Lega per la difesa del cane” di Soverato – ha permesso che due cuccioli avessero una minima possibilità di sopravvivenza, in attesa che tutta la macchina burocratica si potesse mettere in moto.
Nei giorni precedenti la nuova strage avevamo fatto un primo sopralluogo e avevamo portato via quattro cani, tre dei quali sono i fratelli delle vittime della strage.
Ciò, con la speranza di avviare presto un programma di sterilizzazione. Ma purtroppo gli avvelenatori sono entrati in azione». Secondo quanto reso noto dalla Voci, è in corso di preparazione la denuncia della “Lega per la difesa del cane” di Soverato, non solo legale, ma anche pubblica. Lunedì 13 ottobre, intanto, un’assemblea pubblica è stata convocata dai giovani del luogo, alle ore 17, nel “salone San Pietro”, per discutere sul problema del randagismo e proporre le possibili soluzioni. 

Salvatore Taverniti 

Un commento

  1. Ma e’ una barzelletta o siete tutti usciti di senno? davvero a Squillace non ci sono altri problemi a cui pensare? se cosi’, beati voi!!!

    Luciana Cuppo

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