Avviato il corso di tessitura al telaio organizzato dall’associazione AMA Calabria

Hanno acquistato cinque telai, ritirati direttamente da Firenze e pagati grazie agli introiti del cinque per mille e ad una donazione della Fondazione Paolo Ponterio di Vallo di Borgia. I volontari dell’associazione Ama Calabria hanno inteso così avviare un corso di tessitura al telaio a quattro licci.
L’associazione ha sede a Squillace, è presieduta dalla psicologa Rosetta Conca ed è stata costituita con l’obiettivo di dare una risposta concreta in termini di assistenza socio-riabilitativa e di auto mutuo aiuto a quanti vivono una situazione di disagio psichico e di emarginazione sociale.


Il corso di tessitura al telaio viene proposto in collaborazione con l’Arsac (Agenzia regionale per lo sviluppo dell’agricoltura) in Calabria: il primo è partito lunedì scorso  l’altro si terrà dal 18 ottobre.  «Un filo unisce il passato al presente – spiega la presidente Conca – attraverso la trama e l’ordito per intrecciare luoghi persone ed emozioni. La condivisione di questo progetto nasce da un gruppo di persone, soprattutto donne, che ancora nitidamente ricordano le nonne o altre donne al telaio nelle nostre case a Squillace.
Forse il ricordo o il bisogno di stare assieme nell’età della saggezza ci spinge a fare e a voler tessere i nostri luoghi, le nostre emozioni, le nostre storie, dando vita ad una tela con la trama e l’ordito». I tessuti, cosiddetti a quattro licci, sono quelli più indicati per l’abbigliamento, ma naturalmente possono essere destinati anche alla creazione di tovaglie, asciugamani, cuscini, lenzuola, coperte e altro. Le lezioni in presenza saranno tenute dalla dottoressa Luigia Iuliano,
dell’Arsac.

Per il futuro si prevedono percorsi didattici anche per bambini. Dal primo novembre, inoltre, la sala dei telai sarà aperta al pubblico ogni giovedì pomeriggio, nella sede dell’associazione in piazza Vescovado, per osservare dal vivo queste splendide macchine lignee o per assistere alla tessitura.
Un tempo a Squillace questa attività veniva praticata attraverso l’estrazione del filato dalla ginestra e con la coltivazione del baco da seta, che portava alla creazione di preziosi tessuti di seta. Nel 1400 è documentata la presenza di mercanti fiorentini che acquistavano anche a Squillace seta di ottima qualità. Molte erano le donne che lavoravano al telaio, specie nel rione detto Filanda, cioè delle tessitrici, nella zona di San Giorgio.
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 7 ottobre 2021)

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