“E’ GIUSTO CHE CASSIODORO ABBIA UN SUO POSTO FRA I SANTI”, LO HA AFFERMATO MONS. VINCENZO BERTOLONE A CONCLUSIONE DEL RECENTE CONVEGNO SU CASSIODORO

«Se Cassiodoro è vissuto così santamente, è giusto che abbia un suo posto fra i santi e l’onore degli altari». Lo ha affermato l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, mons. Vincenzo Bertolone, chiudendo i lavori del convegno diocesano su “Cassiodoro: vir religiosus, beatus, sanctus”, svoltosi, a Squillace, il 28 e il 29 novembre.
Era proprio questo il fine dell’importante momento scientifico squillacese: far emergere la santità di Cassiodoro, nato a Squillace tra il 485 ed il 490, per dare impulso alla causa di canonizzazione in atto, fornendo al Papa e alla Congregazione per le cause dei santi ulteriori elementi di riflessione. Cassiodoro è, comunque, sempre stato considerato ora servo di Dio, ora beato, ora santo; ha fondato due centri di studio, di spiritualità e di cultura cristiana, il “Vivariense” e il “Castellense”. Anche Benedetto XVI, di recente, lo ha definito «uomo di alto livello sociale», additandolo quale «modello di incontro culturale, di dialogo, di riconciliazione». La prima sessione del convegno diocesano, di carattere teologico-letterario, è stata moderata dal professor Ulderico Parente. 
La seconda, sulla parte storico-agiografica di Cassiodoro, è stata condotta da padre Francesco M. Ricci. «Il nostro convegno – ha spiegato l’arcivescovo mons. Bertolone – ha voluto studiare la figura e l’opera di Cassiodoro sotto il profilo specifico della religiosità, della “beatitudo” e della santità. In quest’ottica, la comunità ecclesiale intende verificare se in quest’uomo, pio già fin dagli anni della fervida attività politica e amministrativa, e poi pienamente religioso, devoto e fervente cristiano, si possano ravvisare i fondamenti per avviare una procedura canonica di estensione precettiva a tutta la Chiesa del suo culto, in modo da poterlo additare a tutti come testimone». «Cassiodoro è una figura che mostra una profondità e una molteplicità di approcci; una personalità straordinaria che ha lasciato un segno nella storia», ha sottolineato al termine della “due giorni” squillacese il professor Ulderico Parente.
 cassiodoro esdraEgli ha poi rilevato che dalle relazioni del convegno è emerso soprattutto il forte legame fra le opere di Cassiodoro e il suo vissuto. «E questo – ha aggiunto – è un punto di partenza importante per l’avvio della causa di canonizzazione; ciò anche considerando la sua fama di santità, non legata al nostro territorio, ma estesa in tutta l’Europa». I due punti del titolo del convegno (“vir religiosus” e “vir beatus o sanctus”) sono stati focalizzati perfettamente: molte relazioni hanno manifestato una convergenza nella ricostruzione della personalità dell’uomo virtuoso.
 Come ha spiegato mons. Antonio Cantisani, dal Commento di Cassiodoro ai Salmi scaturisce la forza della preghiera. Don Giuseppe De Simone ha messo in risalto il forte legame con la Chiesa di Roma. Il professor Lorenzo Viscido ha illustrato il senso della “conversio”, analizzando le cause delle fondazioni monastiche cassiodoree. Don Massimo Cardamone ha proiettato l’uditorio dal vissuto di Cassiodoro alla sua grande attualità, essendo uomo vivo che parla all’uomo di oggi. Anche don Emidio Commodaro ha delineato alcune tracce di santità in Cassiodoro. 
La professoressa Luciana Cuppo Csaki, Giorgio Leone e Francesco Cuteri hanno parlato della fama di santità di Cassiorodo dal punto di vista rispettivamente letterario, iconografico e archeologico. L’analisi dei testi letterari, le ricerche iconografiche e quelle archeologiche dimostrano che la “fama sanctitatis” cassiodorea è molto estesa geograficamente e continua e il suo culto è immemorabile. 
«E se ha inizio la causa di canonizzazione – ha concluso Parente – non deve finire la ricerca su questa grande figura storica, che ora deve essere fatta conoscere ad un livello più ampio e popolare e soprattutto fra i giovani».

 Salvatore Taverniti (da Gazzetta del Sud, 2 dicembre 2012)

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