L’arcivescovo emerito mons. Antonio Cantisani interviene sui due episodi criminali a Squillace

«Siamo passivi, incapaci di fare rivoluzioni in Calabria».
Parole forti, parole dure. Una vera e propria presa di posizione quella di mons. Antonio Cantisani, arcivescovo emerito di Catanzaro-Squillace, che, nell’omelia svolta durante la celebrazione solenne della festa di Sant’Agazio, patrono di Squillace e compatrono dell’arcidiocesi, ha fatto riferimento ai due episodi incendiari accaduti a Squillace Lido.
Nella notte del 3 marzo scorso il ristorante “La Cena di Afrodite” è andato distrutto da un rogo, mentre la notte del 3 maggio ha subito la stessa sorte lo stabilimento balneare “Lido Ulisse”. Due episodi su cui sono in corso le indagini della magistratura e dei carabinieri e su cui è forte l’attenzione del prefetto di Catanzaro Luisa Latella che ha indetto una riunione per giorno 11 maggio con il presidente della Regione Mario Oliverio, i sindacati e i sindaci dei 24 comuni della fascia jonica catanzarese, per affrontare più in generale la problematica relativa alla recrudescenza degli eventi criminosi sul territorio.
«Che amarezza – ha affermato Cantisani – apprendere che l’arroganza criminale sia arrivata a tanto nel lido di Squillace, dove approdarono i resti mortali del nostro santo patrono Agazio». Per l’arcivescovo emerito, «la partecipazione attiva alla vita sociale e politica è una esigenza forte. E sarà solidarietà sincera se c’è la reazione più forte possibile di tutti contro la criminalità.
Non bastano la magistratura e le forze dell’ordine, ma necessita una mobilitazione generale: solo uniti ci salveremo. Ciò che possiamo cominciare ad offrire alla società è il nostro dovere quotidiano compiuto onestamente e con il massimo impegno».
Proseguono, intanto, le attestazioni di vicinanza e solidarietà al titolare dell’impianto turistico da parte di istituzioni, partiti, associazioni, semplici cittadini.
E tante sono le proposte, come quella del Siulp, il sindacato dei lavoratori della Polizia di Stato, che suggerisce l’istituzione di un commissariato distaccato nel Soveratese; e quella delle commissioni provinciale e regionale di Idv, le quali chiedono «che siano elargiti alle Province dei finanziamenti, affinché possano installare adeguati sistemi di videosorveglianza che permettano di cogliere in flagrante i responsabili materiali di atti simili che, il più delle volte, rischiano di rimanere irrisolti» e propongono anche «il riconoscimento di un piccolo aiuto economico che permetta agli imprenditori onesti, vittime di queste atroci crudeltà, di poter ricominciare». Tutti argomenti che saranno trattati in Prefettura a Catanzaro giovedì prossimo.

Salvatore Taverniti

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