Una campagna archeologica sui luoghi cassiodorei a cura del Pontificio istituto di archeologia cristiana

Un progetto di ricerca, di studio e di valorizzazione scientifico-divulgativa nel territorio di Scolacium e sui luoghi cassiodorei. È quella che ha in programma il Pontificio istituto di archeologia cristiana di Roma nella prossima estate.
Il segretario dell’istituto mons. Carlo Dell’Osso, martedì scorso, è stato a Squillace per una visita preliminare sul territorio, dove ha incontrato il sindaco Pasquale Muccari, il presidente onorario dell’Istituto di Studi su Cassiodoro e sul Medioevo in Calabria Guido Rhodio e i rappresentanti della Pro loco Agazio Mellace e Agazio Gagliardi. In particolare, l’istituto pontificio svolgerà dal 10 al 30 luglio, tra Squillace e Stalettì, una campagna di ricognizione archeologica aperta a studenti e laureati dei vari indirizzi di Scienze dei beni culturali.

Sono previste attività di analisi topografica, laboratori di processazione dei materiali e momenti di formazione specifica. Il progetto, sostenuto dall’arcivescovo di Catanzaro-Squillace mons. Claudio Maniago, si avvale della collaborazione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio delle province di Catanzaro e Crotone.
A Squillace ci sarà l’apporto anche del Comune, della Pro loco e dell’Istituto Cassiodoro. L’obiettivo principale è l’approfondimento storico-archeologico dei luoghi legati alla figura di Flavio Magno Aurelio Cassiodoro nell’ambito di un rinnovato interesse della comunità scientifica per questo gigante della tarda antichità di cui è stato già avviato, e tuttora è in atto, il processo di beatificazione.
La Soprintendenza ha concesso all’istituto l’autorizzazione per indagini non invasive di durata triennale per dare, appunto, l’avvio a una serie di campagne di ricognizione superficiale dei territori interessati. Si prevede la ricognizione sistematica delle aree per valutarne l’interesse storico e il potenziale archeologico, la ricognizione delle emergenze archeologiche, lo studio dei materiali raccolti, la produzione di una carta del rischio che integri i piani urbanistici dei due comuni interessati, la didattica rivolta agli studenti e ai volontari, eventuali seminari di archeologia cristiana, la pubblicazione e la diffusione dei risultati.
Con l’ambizione anche che il progetto sia propedeutico ad attività su più ampia scala: una volta terminate le analisi diagnostiche non invasive e individuati i siti più importanti, si punta a stimolare e avviare campagne archeologiche di scavo estensivo con lo scopo di arricchire il bagaglio di conoscenze sui luoghi cassiodorei e di valorizzare il territorio dei comuni di Squillace Stalettì nella loro contemporaneità.

Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 2 marzo 2023)

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