“Un tuffo contro le pale eoliche”. È quello a cui sono invitati a partecipare i cittadini della fascia costiera ionica del Catanzarese per difendere gli ecosistemi dall’installazione di parchi eolici marini.
L’iniziativa è del coordinamento regionale Controvento e l’appuntamento è alle ore 10 di domenica 29 settembre, con raduni previsti in contemporanea a Cropani sul primo piazzale del lungomare, a Guardavalle Marina, sempre sul lungomare, e al lido Ulisse di Squillace Lido.
Vi hanno già aderito i Comuni di Gasperina, Guardavalle, Isca Ionio, Palermiti, Petrizzi, Sant’Andrea Ionio, Stalettì, Sellia Marina, Squillace e Santa Caterina Ionio, oltre al Sib Calabria, il sindacato dei balneari.
Nel frattempo altri sindaci stanno aderendo all’iniziativa.
Secondo sindaci e amministratori dei Comuni ricadenti nel golfo di Squillace, sulla transizione energetica le comunità locali non hanno voce in capitolo, perché sono escluse dalla possibilità di incidere in merito alle valutazioni relative all’ubicazione di impianti e su altri aspetti che impattano fortemente sull’ambiente di insediamento della popolazione.
«La nostra osservazione comune – affermano – è che tutto questo rappresenta nello stesso tempo un sintomo e una causa di aggravamento della crisi del sistema democratico.
La transizione energetica deve essere giusta e incardinata dentro percorsi politici e democratici e non può essere attuata in palese violazione del dettato costituzionale. Nessun principio o valore costituzionale può essere sacrificato per realizzarne un altro e la Costituzione nel suo complesso punta a promuovere la dignità della persona umana nel suo contesto ecologico e sociale.
Le leggi italiane vigenti in materia energetica puntano, invece, a salvaguardare la massimizzazione dei guadagni di un settore economico privato a scapito tra l’altro dei soldi versati al fisco dai cittadini».
I sindaci chiedono, interpretando la volontà del tessuto sociale dei luoghi da loro amministrati, che la produzione e la distribuzione dell’energia ridiventino un servizio pubblico essenziale: solo così la produzione energetica da fonti rinnovabili non sarà più insostenibile e smetterà di aggredire il patrio suolo con le sue fondamentali funzioni di regolatore climatico, gli ecosistemi, la biodiversità e il paesaggio.
Solo enti pubblici collettivi, rappresentando l’interesse generale, potranno dedicarsi all’indispensabile passaggio dalle fonti fossili alle rinnovabili con interventi finalizzati alla riduzione degli sprechi energetici e all’utilizzazione in via primaria dei suoli già consumati in tutta la nazione per l’ubicazione degli impianti.
Salvatore Taverniti – Gazzetta del Sud 20 set 2024