Tour a Squillace alla scoperta di un importante centro di cultura

Un tour esperienziale alla scoperta di un importante centro di cultura, arte e spiritualità: il borgo di Squillace.
Si svolgerà domenica su iniziativa dell’associazione “Culturattiva” di Catanzaro. Il sodalizio, che opera su tutto il territorio regionale con collaborazioni anche a livello internazionale, è presieduto da Angela Rubino, insegnante, giornalista ed esperta della storia della seta.
La sua missione è diffondere la conoscenza e l’amore per la meravigliosa e misconosciuta terra di Calabria. Il tour a Squillace partirà da piazza Vescovado, dalla basilica concattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, e proseguirà alla scoperta dei monumenti del borgo antico.
Tangibili sono i segni delle dominazioni che si susseguirono alla guida della città, la quale, sul finire del XV secolo, fu eretta a principato passando sotto l’egemonia della potente casata dei Borgia. Antiche chiese, monasteri, palazzi e portali, abbelliti da stemmi nobiliari testimoniano questi passaggi storici; insieme all’imponente castello edificato dai Normanni nel 1044 e poi rimaneggiato nei secoli seguenti.
Qui sarà svolta una visita di circa un’ora, alla scoperta dell’antico maniero, dove sono custoditi, oltre ai due famosi scheletri, anche reperti degli scavi archeologici cui è stato sottoposto negli anni.
Naturalmente grande spazio avrà l’arte della ceramica, con la visita ad una delle botteghe dei maestri ceramisti squillacesi che danno vita a splendide creazioni che hanno ottenuto il marchio Doc.
Il gruppo partecipante al tour esperienziale sarà accolto, in particolare, nell’atelier della ceramica “Decò Art”, dove l’artista Tina Gallo farà vedere dal vivo la tecnica del graffito che affonda le sue radici nella cultura bizantina.
«Il borgo di Squillace – fa sapere la presidente Rubino – è un luogo molto suggestivo e si presta anche a fare da cornice ad alcuni momenti a sorpresa caratterizzati dal coinvolgimento dei partecipanti nell’ambito di piccoli spazi motivazionali ispirati al recupero delle proprie radici e svolti secondo le tecniche dello yoga della risata, che saranno curati dalla cooperativa “L’isola che non c’è”».
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud)

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