Il sindaco di Amaroni Gino Ruggiero fa pulire i rifiuti abbandonati in località “Mandrelle”

«Scusate, ma a noi piace vedere le cose pulite». E’ il sindaco di Amaroni Gino Ruggiero che interviene sul fenomeno dei rifiuti abbandonati ai bordi delle strade e fuori dai centri abitati.
Ieri l’amministrazione amaronese ha voluto dare un segno tangibile pulendo l’area nei pressi del bivio di località “Mandrelle”, sull’arteria provinciale che congiunge i territori di Squillace, Amaroni e Girifalco. Uno spiazzo che da mesi era diventato ricettacolo di spazzatura di ogni genere. «Sicuramente – sottolinea Ruggiero – non rientrava nei nostri compiti, in quanto non è territorio di nostra competenza, ma era diventato insopportabile per tutti vedere quei cumuli di immondizia ai bordi della strada che giornalmente percorriamo. E’ inconcepibile che, per colpa di pochi incivili, i nostri paesi si debbano presentare con questo biglietto da visita.
Non crediamo, comunque, che costoro vengano dalla luna, sicuramente sono i residenti dei nostri stessi comuni (Amaroni, Girifalco, Vallefiorita, Palermiti, Squillace), che sistematicamente abbandonano la loro busta di rifiuti lungo le strade». Ruggiero, prima di attuare l’intervento di pulizia, si è messo in contatto con il suo omologo squillacese Pasquale Muccari e con l’assessore Rosa Talotta.
Successivamente, l’assessore comunale di Amaroni alle politiche ambientali Giuseppe Laugelli, che ha coordinato i lavori, facendo il resoconto dell’intervento, ha comunicato che sono stati raccolti ben due camion di rifiuti indifferenziati ed uno di rifiuti ingombranti che il comune stesso provvederà a smaltire. Sul muro di contenimento del terrapieno è stato affisso il cartello di divieto di discarica.
«Voglio ringraziare gli operai – conclude il primo cittadino amaronese – che si sono adoperati per la pulizia dell’area, sperando che questo nostro piccolo gesto possa in qualche modo incidere sulle coscienze di chi, buttando rifiuti a terra, violenta l’ambiente ed il paesaggio del nostro territorio».

Salvatore Taverniti

Lascia un commento