Il Consiglio di Stato respinge il ricorso della “Ecoservizi Srl”

La quinta sezione del Consiglio di Stato, presidente Francesco Caringella, in sede giurisdizionale, si è definitivamente pronunciata sull’appello contro il Comune di Squillace proposto dalla “Ecoservizi Srl”, respingendone il ricorso. Al vaglio dei giudici amministrativi, sia di primo che di secondo grado, sono risultati legittimi gli atti con i quali il sindaco Pasquale Muccari ha affidato alla ditta “Sieco” il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani. «Sono quindi prevalse – afferma il primo cittadino – le ragioni dell’amministrazione comunale, sia in termini di fatto che di diritto». La vicenda si riferisce alla “lite” pendente tra il Comune di Squillace e la “Ecoservizi”, l’azienda che ha gestito il servizio di raccolta dei rifiuti da giugno ad agosto dello scorso anno.
La ditta ha proposto ricorso al Consiglio di Stato per l’annullamento o la riforma della sentenza del Tar, a cui aveva chiesto l’annullamento degli atti del Comune di Squillace, ritenuti illegittimi, con richiesta di condanna dell’amministrazione al pagamento delle fatture e al risarcimento dei danni subiti. Risultata aggiudicataria dell’appalto del servizio di igiene urbana, la “Ecoservizi”, dal primo giugno 2015, ha iniziato ad espletare la raccolta dei rifiuti, assumendo i lavoratori indicati dal comune e in servizio con la ditta precedente e acquistando le attrezzature e i mezzi necessari.
Non è stato mai sottoscritto, però, il contratto di affidamento del servizio, svolto nei tre mesi estivi. La “Ecoservizi”, che sosteneva anche di non avere ottenuto alcun compenso, lamentava che il comune, ad agosto, ha prodotto una serie di ordinanze illegittime, revocando l’incarico alla ditta ricorrente e affidandolo in via diretta ad altro operatore privato per sei mesi.
A luglio, intanto, il comune aveva contestato alla “Ecoservizi” il pagamento della prima fattura in quanto non conforme ad alcuni articoli del capitolato d’appalto. Anche le due fatture successive, relative ai mesi di luglio e agosto, non sono state pagate, per cui l’azienda, sempre nel ricorso al Tar, sosteneva di avere maturato un credito nei confronti del comune di circa 140 mila euro, oltre ad interessi e rivalutazione.
Il Consiglio di Stato ora ha confermato la sentenza del Tar che ha respinto la domanda di annullamento degli atti impugnati e quella di declaratoria dell’obbligo di stipulare il contratto conseguente all’aggiudicazione, ha respinto la domanda di accertamento della responsabilità precontrattuale del Comune di Squillace ed ha accolto la richiesta di indennizzo. Il Comune, quindi, dovrà pagare solo le spese del servizio effettivamente svolto dalla “Ecoservizi”, decurtate delle somme riferite agli stipendi pagati direttamente dall’amministrazione comunale agli operai.

Salvatore Taverniti

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