Il progetto “Intrecci di vita”, aiuta le donne fragili e salva l’antica arte della tessitura

Una manciata di telai acquistati con il 5 per mille e un’associazione con la voglia di far rinascere l’artigianato di un tempo e nello stesso tempo favorire il reinserimento socio lavorativo delle donne vittime di violenza.

L’arte antica della tessitura. La voglia di far rinascere l’artigianato di un tempo.“Siamo partiti 5 anni fa, abbiamo comprato come associazione Ama Calabria questi telai con il contributo del 5 per mille – racconta Rosa Conca, presidente di Ama Calabria – e da lì è partita una sorta di continuità che ci ha visti coinvolti in altri progetti come ”intrecci 2.0″”
Come i fili che mescolandosi formano nuove trame, così il progetto “Intrecci di vita 2.0” punta a tracciare nuovi percorsi e nuove strade.


“E’ stato finanziato e realizzato grazie al sostegno di fondazione con il Sud ed Enel cuore Onlus – spiega Manuela Marchio, presidente dell’associazione Spazio Aperto – Due sono gli obiettivi prioritari di questo progetto: uno è l’inserimento socio lavorativo delle donne fragili e l’altro è il recupero di un’arte, che è quella tessile, ormai persa nel tempo che dev’essere rinnovata e comunque recuperata”.
Di mano in mano, gesti e segreti. Quasi un passaggio del testimone, tra più generazioni. Dal telaio alla sartoria, fino alla realizzazione dei saponi, che profumano di Calabria. Squillace, il piccolo borgo collinare che si affaccia sullo Jonio catanzarese. Case antiche e portali in pietra lavorata, fino al 1950 qui si lavorava al telaio.  Stole, tappeti, ricami, borse. Ogni pezzo unico, diverso dall’altro. Lana, cotone, materiali da riciclo. Vecchie coperte o camicette in seta rinascono grazie ad abilità e fantasia.

 

 

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