La Madonna di Lourdes a Squillace, in occasione della Giornata mondiale del malato

Si è concluso domenica scorsa il pellegrinaggio svolto in diverse chiese dell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace dell’effigie peregrina della

Si è concluso domenica scorsa il pellegrinaggio svolto in diverse chiese dell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace dell’effigie peregrina della Madonna di Lourdes, su iniziativa della sezione calabrese dell’Unitalsi, delle sottosezioni di Catanzaro e Soverato e dell’arcidiocesi.
La “tre giorni”, che è stata molto intensa e significativa, si è conclusa nella basilica cattedrale di Squillace, in occasione della Giornata mondiale del malato. Grande la partecipazione dei fedeli e dei rappresentanti dell’Unitalsi con decine di persone ammalate, a Squillace per seguire la solenne concelebrazione presieduta dall’arcivescovo metropolita monsignor Claudio Maniago.

A monsignor Maniago e al parroco di Squillace don Enzo Iezzi, anche nella sua qualità di direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale della salute, i rappresentanti dell’Unitalsi hanno donato una targa ricordo. L’arcivescovo nell’omelia ha avuto parole di gratitudine per l’Unitalsi che è «una delle realtà che mette in pratica la vicinanza che esprime il valore della persona».
«La ricorrenza della Giornata del malato quest’anno – ha proseguito – cade di domenica, nel giorno del Signore che è presente come una persona che ci vuole bene. La malattia, la sofferenza hanno un loro senso: non sono state tolte da Dio, non sono state abolite, ma è stato dato loro un senso nuovo. Il malato non è persona da scartare, anzi le persone che vivono la sofferenza per malattia diventano preziose nella nostra comunità, perché testimoni di qualcosa d’altro.

Ci ricordano che c’è una dignità importante». Per Maniago, il messaggio che scaturisce da questa giornata è che «non c’è condizione fisica o psichica che possa tenerci lontano dal Signore, senza dimentica le malattie che abbiamo nel nostro spirito come l’egoismo».
«Una società che può dirsi veramente civile – ha rimarcato il presule – ha attenzione verso i malati, se ne fa carico, non li abbandona. Purtroppo spesso accade che quando una persona diventa un po’ meno valida, viene emarginata e ghettizzata». «Sia oggi – ha concluso – una giornata di festa, di un popolo che cammina insieme nessuno escluso». Al termine della celebrazione si è svolta una processione “aux flambeaux”, una fiaccolata, con l’effigie della Madonna di Lourdes.
Salvatore Taverniti – Gazzetta del Sud 13 feb 2024

su iniziativa della sezione calabrese dell’Unitalsi, delle sottosezioni di Catanzaro e Soverato e dell’arcidiocesi.
La “tre giorni”, che è stata molto intensa e significativa, si è conclusa nella basilica cattedrale di Squillace, in occasione della Giornata mondiale del malato. Grande la partecipazione dei fedeli e dei rappresentanti dell’Unitalsi con decine di persone ammalate, a Squillace per seguire la solenne concelebrazione presieduta dall’arcivescovo metropolita monsignor Claudio Maniago.
A monsignor Maniago e al parroco di Squillace don Enzo Iezzi, anche nella sua qualità di direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale della salute, i rappresentanti dell’Unitalsi hanno donato una targa ricordo. L’arcivescovo nell’omelia ha avuto parole di gratitudine per l’Unitalsi che è «una delle realtà che mette in pratica la vicinanza che esprime il valore della persona».
«La ricorrenza della Giornata del malato quest’anno – ha proseguito – cade di domenica, nel giorno del Signore che è presente come una persona che ci vuole bene. La malattia, la sofferenza hanno un loro senso: non sono state tolte da Dio, non sono state abolite, ma è stato dato loro un senso nuovo. Il malato non è persona da scartare, anzi le persone che vivono la sofferenza per malattia diventano preziose nella nostra comunità, perché testimoni di qualcosa d’altro. Ci ricordano che c’è una dignità importante».
Per Maniago, il messaggio che scaturisce da questa giornata è che «non c’è condizione fisica o psichica che possa tenerci lontano dal Signore, senza dimentica le malattie che abbiamo nel nostro spirito come l’egoismo». «Una società che può dirsi veramente civile – ha rimarcato il presule – ha attenzione verso i malati, se ne fa carico, non li abbandona. Purtroppo spesso accade che quando una persona diventa un po’ meno valida, viene emarginata e ghettizzata».
«Sia oggi – ha concluso – una giornata di festa, di un popolo che cammina insieme nessuno escluso». Al termine della celebrazione si è svolta una processione “aux flambeaux”, una fiaccolata, con l’effigie della Madonna di Lourdes.

Salvatore Taverniti – Gazzetta del Sud 13 feb 2024

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