Giovanni Marziano

È scomparso all’età di 74 anni, nella notte tra mercoledì e giovedì, l’artista catanzarese Giovanni Marziano, pittore molto noto per i suoi disegni, acquerelli, dipinti e opere pubbliche varie. Un uomo che ha legato una importante parte della sua vita artistica ad alcune straordinarie opere realizzate nella basilica cattedrale di Squillace. Oltre ai diversi affreschi che abbelliscono le pareti del duomo, Marziano ha realizzato la sua opera più importante, un grande mosaico che domina l’interno dell’edificio di culto dall’abside della navata centrale.
Due milioni 340 mila tesserine che compongono il grande mosaico, inaugurato e benedetto il 7 ottobre 2003 dall’arcivescovo dell’epoca, mons. Antonio Ciliberti, nel corso di una solenne cerimonia. Il mosaico  rappresenta l’ultimo atto dei lavori di completamento che hanno interessato la cattedrale squillacese in quegli anni. L’artista catanzarese Marziano vi lavorò per circa due anni, con lo staff del laboratorio Bisazza della famosa scuola mosaicisti del Friuli in Spilimbergo (Udine), realizzando l’opera nel rispetto delle indicazioni contenute in due specifici bandi nazionali.
Marziano aveva definito il suo lavoro impegnativo, ma il più importante della sua vita.
L’opera mostra la glorificazione della Madonna Assunta, titolare della cattedrale, con in basso le immagini del patrono Sant’Agazio, del beato Cassiodoro e di alcuni santi locali più emblematici come i Martiri Scillitani, il venerabile Antonio da Olivadi, San Bruno e San Sebastiano. L’impianto dell’opera è di ispirazione barocca, con un movimento di scena tipico dell’arte secentesca. Marziano stesso, nel momento dell’inaugurazione, disse che «quella di Squillace è la prima chiesa al mondo che accoglie un mosaico realizzato con questa tecnica». Il primo impatto, entrando nella cattedrale è di minuziosa leggibilità, come se non fosse un mosaico, ma un affresco. Poi, avvicinandosi, si notano le tesserine che lo compongono. Un’opera che continua ad essere apprezzata dai fedeli e dai visitatori.

Salvatore Taverniti, Gazzetta del Sud 21 aprile 2023

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