Convocazione straordinaria del consiglio: ancora scintille tra maggioranza e opposizione

Prosegue la polemica a distanza tra il gruppo consiliare di opposizione “Tuttinsieme per Squillace” e il presidente del consiglio comunale Paolo Mercurio. Il motivo del contendere è sempre la mancata convocazione di una riunione consiliare straordinaria, come richiesto dalla minoranza, per discutere sulla vicenda giudiziaria che vede coinvolti il sindaco, un assessore e la segretaria comunale.
Un’istanza su cui il gruppo di minoranza non molla, ed anzi va avanti interessando la Prefettura di Catanzaro. «Nessuno deve sapere – scrivono i consiglieri di “Tuttinsieme” Oldani Mesoraca ed Enzo Zofrea – così si può sintetizzare la risposta ricevuta da Mercurio alla nostra legittima e responsabile richiesta. Ci invita al silenzio ed al buonsenso.
Ma noi abbiamo sempre usato un linguaggio rispettoso e comprensibile anche alle sue orecchie». I due consiglieri contestano a Mercurio il fatto che nella sua risposta «parla di una richiesta non fatta secondo le norme statutarie» e si chiedono «a quanto corrisponde un quinto dei dodici consiglieri assegnati come recita lo statuto in riferimento al numero dei consiglieri che possono chiedere la convocazione di una seduta straordinaria». «Noi, dunque – aggiungono – a questo punto, visto che evidentemente il calcolo che porta a due consiglieri non ha convinto Mercurio, ci vediamo costretti ad informare dell’intera vicenda il prefetto di Catanzaro».
In riferimento ad un altro motivo indicato da Mercurio per cui non convocherà il consiglio, Mesoraca e Zofrea citano un chiarimento sul punto del Dipartimento per gli Affari interni e territoriali del Ministero dell’Interno:  nello stabilire se una determinata questione sia o meno di competenza del consiglio comunale occorre aver riguardo non solo agli atti fondamentali espressamente elencati testo unico degli Enti locali, ma anche alle funzioni di indirizzo e di controllo politico-amministrativo, con la possibilità, quindi, che la trattazione da parte del collegio non debba necessariamente sfociare nell’adozione di un provvedimento finale.
 «Alla luce di tutto ciò – sottolineano Mesoraca e Zofrea – non vi è dubbio che l’oggetto del dibattito proposto era ben indicato nella nostra richiesta.
Ci piace sottolineare, ancora una volta, che noi non abbiamo chiesto un consiglio sulle dimissioni, ma più semplicemente un dibattito su una vicenda, di cui il consiglio deve discutere proprio per le sue funzioni di indirizzo e di controllo politico-amministrativo, che la legge gli attribuisce e della quale un’intera popolazione vuole conoscere la verità».
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 8 dic 2021)

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