Cenere e desolazione sulla spiaggia dove c’era il lido Ulisse

Un vero “day after”. Il “giorno dopo”, sulla spiaggia di Squillace dove c’era il “Lido Ulisse” c’è desolazione e tanta cenere. Mentre proseguono le indagini dei carabinieri della Compagnia di Girifalco e della stazione di Squillace, con il coordinamento del Pm Vito Valerio della Procura della Repubblica, per cercare di stabilire la matrice dell’incendio che nella notte tra martedì 2 e mercoledì 3 maggio ha distrutto completamente il noto stabilimento balneare, la comunità locale si interroga, allibita e incredula. Tante le attestazioni di vicinanza e solidarietà al titolare dell’impianto turistico da parte di istituzioni, partiti, associazioni, semplici cittadini. Il sindaco Pasquale Muccari, che nei prossimi giorni si recherà dal prefetto di Catanzaro, evidenzia che «la popolazione è preoccupata, perché si tratta di fenomeni di cui non abbiamo una precisa diagnosi.
Ciò che possiamo fare è affermare la democrazia e la legalità. Abbiamo poi il problema della rimozione delle macerie e della bonifica del sito, da risolvere al più presto per rendere agibile la spiaggia in vista della stagione balneare».
Il presidente della commissione regionale antindrangheta Arturo Bova pone l’accento sul fatto che c’è «la quasi certezza che sia in corso una veemente recrudescenza dell’attenzione di gruppi criminali sugli esercizi commerciali della zona. Tutto lascia pensare che si tratti di azioni criminali motivate dal racket delle estorsioni. Squillace merita maggiore attenzione investigativa, oltre ad un più continuo controllo del territorio».
Per il sindacato italiano balneari (Sib) della provincia di Catanzaro, «serve un’azione concreta e sinergica da parte dello Stato, affinché il contrasto alla criminalità ed alle violenze perpetrate da organizzazioni malavitose non rimanga esclusivamente di facciata». Il Sib sostiene che «se un ente come la Camera di Commercio pubblica un bando sulla sicurezza delle strutture commerciali tramite finanziamento della videosorveglianza ed esclude le strutture balneari, allora si comprende come l’azione politica sia già perdente in partenza. I tanti imprenditori che investono in strutture balneari sono stanchi di essere vittime predestinate di un sistema che non funziona a livello politico ed istituzionale». Anche la Confederazione degli imprenditori, commercianti e artigiani del turismo e dei servizi (Cicas) di Catanzaro pone «l’assoluta necessità di intervenire in maniera decisa sulla grave situazione di insicurezza e di illegalità manifesta che si registra nella fascia del litorale ionico catanzarese».
La Cicas chiede un incontro urgente con il prefetto di Catanzaro per sollecitare «misure anche di carattere straordinario in considerazione della recrudescenza degli atti incendiari, o comunque di natura intimidatoria, che già avevano colpito altri esercizi turistici della costa catanzarese».

Salvatore Taverniti

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