Celebrazione della solennità dell’Assunta nella basilica cattedrale

Nel giorno di ferragosto, a Squillace, si è ripetuta la tradizionale celebrazione della solennità dell’Assunta. Nella basilica cattedrale, ha avuto luogo la concelebrazione nel corso della quale è stata amministrata la cresima a decine di fedeli della diocesi.
Quella dell’Assunta, nella cattedrale di Squillace, che è una delle chiese più antiche a lei intitolata, è da sempre la festa più importante dell’anno, insieme a quella del patrono Sant’Agazio. Il 15 agosto era, infatti, il giorno in cui conveniva il clero della diocesi di Squillace per prestare l’ubbidienza al vescovo. In un’apposita cappella è esposta la statua della cosiddetta “Madonna dormiente”, che costituisce la terza tappa della trilogia bizantina, insieme alla cappella di Sant’Agazio e all’icona dell’Odigitria-S. Maria della Roccella, ubicate nella navata di sinistra.
Secondo gli atti pontifici, è a Squillace che si registra la costruzione del tempio mariano più antico della Calabria: nel dicembre 603 papa Gregorio Magno concesse a Giovanni, vescovo di Squillace, la facoltà di consacrare la prima basilica calabrese eretta in onore della Madonna. Ininterrottamente, già da allora, la cattedrale di Squillace onora la Beata Vergine Maria nel culto della “Dormitio Virginis”, tipicamente bizantino, e poi dell’Assunta, tipicamente latino, risultando appunto una delle cattedrali più antiche intitolate all’Assunta. Un tempo erano numerosissimi i pellegrini che accorrevano da tutta la Calabria alla statua della Madonna Assunta, anche in concomitanza con la rinomata fiera di “mezzagosto”, che durava tre giorni ed era un momento di aggregazione sociale. Per primi arrivavano gli zingari, che vendevano gli animali, poi giungevano i venditori di angurie, sui carri tirati dai buoi. Si allestivano trattorie dove venivano preparati peperoni e patate, melanzane ripiene e pesce fritto.
Si esponeva la frutta stagionale. Lungo il viale Fuori le Porte, venivano esposte casse di dolciumi fatti in casa; in un angolino si sistemava il venditore di cavallucci e caciocavallo. Vi si vendevano anche gli arnesi per il lavoro agricolo e le terrecotte dei maestri vasai squillacesi.

Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 17 ago 2022)

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