Trenta anni dall’omicidio di Antonino Scopelliti

A trenta anni dall’omicidio di Antonino Scopelliti, sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione, ucciso dalla ‘ndrangheta il 9 agosto 1991, anche a Squillace è vivo il ricordo del suo esempio e del suo sacrificio nell’affermazione della legalità. L’ex sindaco Guido Rhodio, ricorda che da vicepresidente della Regione Calabria, accorso a Campo Calabro «ebbi l’onore di conoscere personalmente il giudice Giovanni Falcone e di sentire con le mie orecchie, nella breve sua riflessione sull’avvenimento, pronunciare le parole premonitrici “ora tocca a me”, facendo chiaramente intuire che l’attacco criminale non si sarebbe fermato a quell’episodio sconvolgente ed amaro, ma sarebbe purtroppo proseguito; cosa che poi tragicamente avvenne».  
A Squillace ha vissuto per tanti anni il fratello del giudice Scopelliti, Francesco, titolare della locale farmacia, con la moglie Giulia e i figli, uno dei quali tuttora la gestisce nella piazza principale della città. E a Squillace era costante la presenza del giudice Scopelliti,  in visita ai parenti con cui amava fare i bagni al mare e per incontri culturali con amici e con sacerdoti che ne apprezzavano il carattere cordiale e la preparazione giuridica e umana.
Oltre alle varie commemorazioni in suo onore, nell’agosto 2014 la giunta comunale squillacese decise di intitolargli una strada principale del quartiere marino. In occasione del rifacimento dello stabile in cui è ubicato il municipio, alla presenza di autorità e dell’arcivescovo di Catanzaro-Squillace mons. Vincenzo Bertolone, la sala della giunta comunale è stata dedicata al suo nome. Più recentemente, nel corso di una manifestazione al castello, tramite l’ex sindaco Rhodio, venne consegnata una targa alla figlia di Scopelliti, Rosanna, anche in riconoscimento del prestigio con cui ella tiene alta la Fondazione Scopelliti e il gruppo “Ammazzateci tutti”.
«Sono gesti questi – sostiene Rhodio – da ribadire e da perfezionare e che indicano indubbiamente la permanenza di omaggio e di riconoscenza al sacrificio di un uomo e  di un magistrato integro, generoso ed esemplare; insieme a quella che rinnoviamo oggi, costituiscono per tutti una manifestazione-simbolo per dire che nel nostro territorio e nella nostra città la mafia non passerà mai».

Salvatore Taverniti (Gazzett del Sud, 10 agosto 2021)

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