Sulla chiusura degli uffici del giudice di pace interviene Nunzio Pipicella, segretario del PD squillacese

Dopo che “Gazzetta del Sud” di domenica 3 agosto ha pubblicato la notizia della soppressione dell’ufficio del giudice di pace di Squillace, si registra una certa apprensione da parte della popolazione locale e dei comuni della giurisdizione. Sull’argomento interviene un esponente della maggioranza che ha guidato il Comune di Squillace fino al 25 maggio scorso, l’ex assessore Nunzio Pipicella.
«Siamo anche noi sorpresi ed allarmati – afferma – per questa dannosissima decisione di chiudere il giudicato di pace, un presidio di giustizia fondamentale, funzionante da secoli non solo per Squillace, ma per tutto il comprensorio.
Dopo l’impegno a tutto campo del sindaco Guido Rhodio e dei sindaci dei comuni viciniori, che avevano ottenuto il mantenimento dell’importante istituzione, e dopo gli ultimi adempimenti che l’amministrazione Rhodio aveva deciso ed impartito con la delibera di giunta del 12 maggio scorso, eravamo tutti tranquilli che la nuova amministrazione avrebbe curato gli interessi delle nostre popolazioni, concretizzando gli ultimi adempimenti, corrispondendo anche alle richieste pervenute dal Ministero della Giustizia con le circolari del 4 e del 17 luglio scorso».
«Come scritto da “Gazzetta del Sud” – aggiunge Pipicella – ora arriva questa “doccia fredda” della presidenza del tribunale, che cade ingiustamente sulle nostre comunità e che non fa bene sperare per il futuro democratico di questa realtà  comprensoriale, che dovrà spostarsi massicciamente su Catanzaro per risolvere piccoli problemi di controversie quotidiane, con le spese che dovranno sostenere, insieme ai comuni, i quali dovranno ovviamente pagare per il  mantenimento dell’ufficio di Catanzaro, anziché di quello di Squillace».
«Vogliamo augurarci – conclude l’ex assessore – che il vicesindaco attuale, che segue la vicenda, spiegherà ogni iniziativa necessaria, compresa la formale opposizione, perché, soprattutto con il qualificato apporto e sostegno di tutti i sindaci interessati, il provvedimento del tribunale venga prontamente bloccato e revocato».

Salvatore Taverniti

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