Dopo il bliz della Digos il sindaco Muccari sciorina le sue giustificazioni

Complessità delle leggi in vigore e una serie di eventi che hanno reso difficoltoso il cammino verso l’emanazione del nuovo bando di gara.
Queste le precisazioni fornite dal sindaco di Squillace Pasquale Muccari, dopo che, nei giorni scorsi, si è registrato un nuovo blitz in municipio da parte di funzionari della Digos, che per conto della Procura della Repubblica hanno acquisito copia di tutti gli atti relativi alla gestione dei rifiuti solidi urbani da due anni a questa parte.
Muccari, insieme agli assessori Franco Caccia e Rosetta Talotta e al responsabile dell’ufficio tecnico comunale Gregorio Talotta, ha voluto illustrare i passi compiuti finora dalla sua amministrazione.
«Il servizio di raccolta rifiuti con il sistema “porta a porta” – ha sottolineato – era gestito prima da una ditta che aveva ottenuto l’affidamento nel 2009 con regolare bando di gara, prorogato per ben cinque anni fino al mio insediamento.
La problematica poi è stata affrontata come da programma dalla mia amministrazione. Abbiamo riscontrato il raggiungimento di alte percentuali di differenziata, fino al 70%, abbondantemente sopra la soglia che consente di ottenere benefici e vantaggi tariffari e di quantità di conferimento in discarica».
Riguardo all’affidamento del servizio, nel giugno 2015, alla ditta “Ecoservizi”, Muccari ha reso noto che «ha presentato criticità per le quali abbiamo dovuto sopportare un contenzioso in sede giudiziaria, conclusosi con la corresponsione delle sole spese vive».
«La maggiore criticità – ha aggiunto – si visse a ferragosto 2015, quando si corsero rischi di carattere igienico-sanitario per la presenza di una gran massa di rifiuti sul territorio.
Da lì è partita la mia prima ordinanza grazie alla quale la ditta “Sieco” rimosse ben 114 tonnellate di spazzatura. La “Ecoservizi” poi comunicò l’interruzione del servizio a partire dal 1° settembre successivo.
Con la seconda ordinanza abbiamo affidato nuovamente il servizio alla “Sieco”, fino all’espletamento del nuovo bando.
La procedura per bandire la nuova gara ha avuto la sua fase conclusiva nell’ultima riunione del consiglio comunale con l’approvazione del relativo progetto. Il bando è stato già inviato alla stazione unica appaltante».
In pratica, secondo gli amministratori squillacesi, se la precedente gara non fosse stata un fallimento, oggi non si sarebbe avuto l’accesso dell’autorità giudiziaria.
Non solo, ma tutto il periodo è stato attraversato, sempre secondo Muccari e gli altri, da tante difficoltà che hanno ritardato l’emanazione del bando: il problema dell’isola ecologica incompiuta; la richiesta, per la complessità progettuale, della consulenza del “Conai” (consorzio nazionale imballaggi); la modifica del “Codice degli appalti”, per cui l’amministrazione ha dovuto finanziare e aderire alla “Stazione unica di committenza”.
«Quindi – ha concluso Muccari – da parte nostra non c’è stata alcuna inerzia, ma ritengo ampiamente comprensibili e giustificati i pochi mesi di ritardo nell’avvio del nuovo bando di gara».

Salvatore Taverniti

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