Indulgenza plenaria concessa ai fedeli che visitano la basilica minore di Squillace

Visitare la basilica concattedrale di Squillace significa ottenere l’indulgenza plenaria. È la Penitenzieria apostolica vaticana a comunicarlo con un decreto firmato dal penitenziere maggiore cardinale Mauro Piacenza e dal reggente monsignor Chrzysztof Nykiel. «Volendo accrescere la fede e il bene per la salvezza delle anime, in virtù della facoltà concessa dal Papa per i 900 anni dalla fondazione dell’arcidiocesi e della dedicazione della chiesa cattedrale – si legge nel decreto – la Penitenzieria concede l’indulgenza plenaria, alle solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica, preghiera secondo le intenzioni del pontefice) a tutti i fedeli veramente pentiti e mossi da carità».
L’indulgenza potrà essere lucrata fino al 6 ottobre 2022, sia per i vivi che per i defunti, visitando la basilica concattedrale di Squillace in forma di pellegrinaggio e rimanendo per un congruo tempo in preghiera. Gli anziani, gli infermi e tutti coloro che per gravi motivi non possono uscire di casa potranno ottenere l’indulgenza plenaria unendosi spiritualmente alle celebrazioni giubilari, offrendo le proprie sofferenze per la santificazione dei sacerdoti.
In quanto basilica minore, viene espresso un particolare vincolo tra la concattedrale di Squillace e la Chiesa di Roma e con il sommo pontefice.
Ha il compito dell’intensa formazione liturgica, lo studio dei documenti pontifici, la catechesi straordinaria sugli eventi ecclesiali, della celebrazione speciale della Cattedra di San Pietro, della solennità dei santi Pietro e Paolo e dell’anniversario dell’elezione del Papa, oltre alla possibilità per i fedeli di ottenere, in particolari periodi, l’indulgenza plenaria.
La basilica è dedicata alla Vergine Assunta ed è stata realizzata negli anni dal 1784 al 1798 dal vescovo Notaris, dopo che il terremoto del 1783 aveva distrutto l’edificio preesistente edificato dal conte Ruggero il Normanno.
L’attuale cattedrale, in stile neoclassico, a tre navate, con facciata in pietra lavorata, è stata poi completata con la realizzazione del transetto dell’abside e di altri lavori radicali, tra cui la sistemazione delle cappelle, il nuovo pavimento in marmo, gli arredi, le vetrate, il restauro della facciata, il nuovo altare e il mosaico absidale.
Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 30 ottobre 2021)

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