Un nuovo assessore, Cinzia Mellace, nella giunta comunale

Fa discutere ancora a Squillace la questione delle “quote rosa” che non sarebbero state rispettate dal sindaco Pasquale Muccari nella composizione della giunta municipale. Mercoledì scorso si è tenuta l’udienza al Tar Calabria che avrebbe dovuto discutere la sospensiva del provvedimento sindacale, dopo il ricorso presentato dalla capogruppo di opposizione Anna Maria Mungo insieme ad altre persone.
Il Tar, invece, ha rinviato la decisione al 18 dicembre, anche perché il sindaco, nei giorni scorsi, ha proceduto alla nomina di un nuovo assessore della sua giunta, la consigliera comunale Cinzia Mellace, che ha manifestato la propria disponibilità a partire dal 1. dicembre, tenuto conto anche della dichiarazione di rinuncia alla carica di assessore da parte di Stefano Carabetta, che è anche vicesindaco, ma a far data dal 30 novembre. Mentre per Muccari «la controversia sulle quote rosa si sta sgonfiando»,  Anna Maria Mungo ha rilevato, entusiasta, che «è una vittoria delle donne». «In punto di fatto – prosegue la consigliera – il Tar ha accolto le ragioni delle ricorrenti che denunciavano la violazione della legge sulla parità di genere, mettendo in mora il comune a rimodulare la giunta».
I consiglieri dell’altro gruppo di opposizione, Oldani Mesoraca ed Enzo Zofrea, dichiarano che «anche il Tar ha detto che abbiamo ragione: in giunta deve entrare un’altra donna». «Il Tar – spiegano – ha rinviato la decisione e, ritenendo illegittima la composizione dell’esecutivo, ha invitato il sindaco a sanare l’illegittimità.
Una decisione di cui siamo soddisfatti, che nella sostanza, dà ragione alla nostra tesi sull’illegittimità della giunta, che avevamo denunciato politicamente nella riunione pubblica d’insediamento del consiglio. La decisione del Tar obbliga il sindaco anche a fare “quadrare” i conti nella sua maggioranza.
Tant’è che, a distanza di quattro mesi, non ha ancora convocato il consiglio per  l’elezione del presidente, arrecando un serio danno alla funzionalità del consiglio stesso e delle commissioni consiliari, alcune delle quali nemmeno nominate.
Ma di ciò al sindaco, alla giunta ed alla sua maggioranza, evidentemente, poco importa».
Salvatore Taverniti

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