Un appello di Pino Vallone per una maggiore attenzione delle istituzioni per gli emigrati

Maggiore e concreta attenzione per gli emigrati da parte delle istituzioni. E’ l’appello che lancia Pino Vallone, nel momento di ritornare in Svizzera dopo una breve vacanza nella sua Squillace. Vallone è andato via da qui a soli 14 anni. E’ giunto a Payerne, nella Svizzera francese, dove ha studiato, si è formato ed è stato anche un buon calciatore nella squadra locale. A 29 anni comincia il suo impegno sociale, presiedendo una petizione, andata a buon fine, per la ricezione del segnale di Rai1 a Payerne.
Nel 1987, diventa membro del Coemit (comitato emigrazione italiana) presso il Consolato generale di Losanna, per le manifestazioni sportive e culturali della comunità italiana. Il suo impegno è molto proficuo anche come collaboratore di un giornale locale, alla vicepresidenza del Circolo italiano, fondatore di una compagnia teatrale, allenatore di calcio, come dirigente di un’azienda e come insegnante di francese nelle scuole serali per immigrati e nuovi arrivati in cerca di lavoro.
Fra i tanti impegni di Vallone, c’è anche quello politico: è stato consigliere comunale, unico straniero con passaporto italiano. Sul piano dell’impegno sociale, da menzionare la collaborazione con un ente svizzero di ricerca sul cancro, il sostegno ad una campagna per la residenza in Svizzera di una famiglia cilena senza permesso di soggiorno, l’iscrizione al Lions Club, la vicepresidenza del Gsepe (Groupement suisses étrangers Payerne et environs), fino all’attuale presidenza dell’Acib (associazione culturale italiana della “Broye”).
Pino Vallone ogni anno, in estate, torna a Squillace per trascorrere qualche giorno di vacanza con la famiglia nell’abitazione ereditata dal padre. Nota dolente: la casa. Da qui parte l’amaro sfogo di Vallone. «Non so se negli anni a venire – afferma – deciderò di tornare in Calabria. La legge obbliga gli italiani all’estero di pagare l’Imu per l’unica casa che abbiamo in Italia con rate di seconda casa.
A Squillace siamo tassati al 10,6 per mille! A ciò aggiungiamo, acqua, tassa rifiuti, gas, luce. Per pochi giorni all’anno di utilizzo della casa, io pago oltre 1500 euro. Non so se conviene, perciò sto riflettendo se separarmi dall’attuale dimora e trovare altre alternative al di fuori di Squillace». Quello di Vallone è un grido d’allarme, rivolto anche alle autorità locali, perché rivedano il regolamento Imu e prevedano agevolazioni per gli emigrati, come è stato fatto in diversi altri comuni calabresi. «Lo faccio – dice – anche a nome di altri emigrati che lamentano la stessa situazione.
Ci sentiamo traditi: abbiamo dovuto prima subire il doloroso distacco dalla terra natia per andare a cercare lavoro all’estero, ora ci troviamo massacrati dalle tasse locali. A ciò aggiungi il disagio del viaggio: il calvario dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, le condizioni dei treni, gli aerei. Non ci sono treni o aerei diretti da Ginevra. C’è il volo Ginevra-Brindisi, ma con Lamezia nulla». Prima di prendere una decisione drastica, se il suo appello rimarrà inascoltato, Vallone tenterà l’ultima carta. «Se necessario – rende noto – mi farò promotore di una petizione tra gli emigrati e interesserò l’associazione degli italiani all’estero per il riconoscimento dei nostri diritti».

Salvatore Taverniti

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