Squillace assolve il generale Guglielmo Pepe

Si e concluso il “processo” al celebre generale e patriota squillacese.
Resi gli onori militari al suono dell’inno di MameliLa sentenza: «Una figura fondamentale nella vicenda dell’unificazione nazionale»

SQUILLACE – «La Corte speciale, sentita la giuria ed esaminati a fondo i percorsi di vita e di azione del generale Guglielmo Pepe, riconosce di questi la grandezza morale, politica e militare, giungendo alla conclusione che egli è una figura fondamentale nella vicenda dell’unificazione nazionale e dello stabilimento in Italia di istituzioni costituzionali.
Lascia aperto agli storici e alla prassi quotidiana il dibattito circa gli eventi e gli effetti dell’unificazione sopra l’identità culturale e la vita sociale ed economica delle popolazioni meridionali del secolo XIX e dei nostri giorni.
Chiede, comunque, al popolo e alle generazioni attuali, e soprattutto alle sedi istituzionali e culturali, di glorificare il generale Guglielmo Pepe come splendore di Squillace e della Nazione italiana». E questa la sen’tenza espressa dal tribunale, appositamente allestito lunedì scorso nella piazza principale di Squillace, al termine del cosiddetto “processo al generale Guglielmo Pepe”, l’illustre patriota, nato a Squillace nel 1783 e morto a Torino ne1855, che fu uno dei protagonisti del nostro Risorgimento.
Organizzata dalla Pro Loco, con il patrocinio di vari enti e dei Comuni di Napoli, Torino e Venezia, la manifestazione di rievocazione storica ha preso il via da piazza Municipio, da dove Guglielmo Pepe (interpretato da Guido Caristo)” accompagnato dai soldati borbonici in costume d’ epoca, dalla banda dei bersaglieri e dal popolo, è stato condotto in piazza Duomo, sede del tribunale.
Qui, dopo un breve discorso del presidente della Pro Loco, Agazio Mellace, il cancelliere (Adele Pelaggi) ha dato inizio alla celebrazione del processo, chiamando l’imputato e di seguito la pubblica accusa (Ulderico Nistico), la difesa (Guido Rhodio), i giudici (Rinaldo Commodaro, Tito Salerno, Giuseppe Costarella) e la giuria popolare, composta da 15 persone, tra giornalisti e professionisti vari. Prima del processo, e stato proiettato un video, girato in loco, in cui Pepe ha raccontato le su” imprese” .
II giudice presidente ha quindi dato la parola all’accusa per l’illustrazione del capo d’imputazione, alla difesa per la conseguente confutazione e all’imputato.
Accusa e difesa hanno poi interrogato i testimoni, tra cui Ferdinando I, Ferdinando II,Giovanni di Frimont, Vittorio;Emanule II, il cardinale Ruffo di Calabria, Damiano Assanti e diversi patrioti. Dopo la requisitoria e l’ arringa finale, il giudice presidente ha letto la sentenza. Successivamente l’ attenzione si è spostata nella vicina piazza Risorgimento, davanti al monumento a Guglielmo Pepe, dove, al suono dell’inno nazionale, un drappello di militari ha reso i dovuti onori e l’ autorità civile ha deposto una corona d’ alloro.

di Salvatore Taverniti (Il Domani Mercoledì 21 Agosto 2002)

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