Riceviamo e pubblichiamo la nota che ci ha inviato l’avvocato Stefano Carabetta in merito alle note vicende degli allagamenti nel quartiere di Squillace lido

Ho letto solo oggi sul sito www.squillace.org la notizia del 24 settembre u.s. intitolata 
IL COMUNE AVVIA LE PULIZIE E LA BONIFICA DEI CANALI PER EVITARE GLI ALLAGAMENTI NEL QUARTIERE DI SQUILLACE LIDO
 Vorrei formulare in merito alcune osservazioni che esprimo sia come diretto interessato sia nelle vesti di legale che segue le vicende di alcuni cittadini del quartiere di Squillace lido. 
L’iniziativa intrapresa dal Comune di Squillace di pulire e bonificare i canali con la dichiarata finalità di evitare gli allagamenti alle abitazioni del quartiere lido – nonostante l’enfasi delle intenzioni proclamate – costituisce oggettivamente una misura tanto dovuta quanto trascurabile nella sua entità oltre che velleitaria nelle pretese.
 La pulizia e la corretta manutenzione dei canali e delle caditoie rientra nell’ambito dell’ordinaria manutenzione di un’amministrazione comunale e non dovrebbe destare alcuna sorpresa né essere degna di nota se non fosse che simili azioni purtroppo a Squillace assumono i caratteri della extra-ordinarietà.
 Ad ogni buon conto, la semplice pulizia dei canali non risolverà affatto il problema degli allagamenti a Squillace lido poiché assolutamente insufficiente a tal fine.
 Le opere che il Comune dovrebbe realizzare sono ben altre e certamente di maggiore consistenza se si intende davvero, come dichiarato, risolvere il problema dei continui allagamenti. 
In tale direzione, il Comune di Squillace potrebbe – anzi dovrebbe, tenuto conto della sua soccombenza in giudizio e della necessità di uniformarsi alla decisione giudiziale – approfittare degli studi condotti e delle indagini tecniche esperite sui luoghi dai due ingegneri esperti nominati quali consulenti tecnici d’ufficio dal Presidente del Tribunale di Catanzaro in quelle cause in cui l’amministrazione comunale squillacese 2004-2009 è rimasta inspiegabilmente contumace.
 Orbene, in tali pronunce e nelle connesse relazioni peritali, oltre a condannare il Comune per i danni cagionati ai predetti cittadini squillacesi, si stabilisce che al fine di eliminare la causa dei danni occorre un intervento combinato sul sistema delle pendenze stradali e sulla rete fognaria (ricostruendo la pendenza di alcune strade come Via dei Fenici e aggiungendo ulteriori pozzetti grigliati). 
Evidentemente, però, la precipua premura del Comune di Squillace è stata quella di proporre appello avverso le decisioni di cui sopra, impegnando ulteriori ingenti somme di danaro per un altro grado di giudizio invece che rimediare seriamente e concretamente alle cause degli allagamenti.
 Parimenti, oggi l’ulteriore esigenza del Comune di Squillace è quella di rendere noto alla cittadinanza – attraverso il verbo dell’assessore Pipicella – di aver fatto i propri compiti “con sacrifici economici rilevanti”. Chiosando, infine, con modalità espressive che evocano lo stile biblico di Pilato, che, nella denegata ipotesi di ulteriori eventi dannosi, la responsabilità sarà di altri Enti, ma non del Comune di Squillace.
 Rimango smarrito, anche alla luce delle numerose iniziative in cui il Comune di Squillace investe notevoli risorse economiche (si pensi a titolo esemplificativo al restauro della statua acefala). Non che tali eventi non meritino di essere patrocinati e finanziati, ma nell’ordine assiologico delle priorità delle azioni la tutela delle persone dovrebbe essere primaria. Primum vivere deinde philosophari. 

Stefano Carabetta

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