PER GUIDO RHODIO , GIA’ PRESIDENTE DELLA REGIONE CALABRIA,IL NUOVO ASSETTO DELLEL PROVINCE CALABRESI RICOMPONE L’UNITA’ TERRITORIALE DELLA PROVINCIA DI CATANZARO CON I TERRITORI DI VIBO E CROTONE

«Anche se non condivido la linea assunta dal Governo di risolvere contingenti e discutibili problemi economico-finanziari cancellando fondamentali presidi di democrazia locale, come le Province, e di servizi di sussidiarietà e di prossimità ai cittadini, che la stessa Europa difende e tutela, quale ex amministratore provinciale e regionale non posso che salutare con soddisfazione la decisione dello stesso Governo di ricomporre l’unità territoriale delle province calabresi riamalgamando i territori di Crotone e di Vibo Valentia alla provincia madre di Catanzaro, dalla quale erano stati separati nella prospettiva di un moderno riassetto territoriale e amministrativo di decentramento, che aveva il suo punto di forza nella valorizzazione comprensoriale delle comunità». Lo afferma Guido Rhodio, sindaco di Squillace, presidente emerito della Regione Calabria e già amministratore della Provincia di Catanzaro.
«Purtroppo il galoppante neocentralismo statale, pesantemente e pedissequamente burocratico e invadente – aggiunge – non solo non ha aiutato questo processo di civile modernità, ma ha calcato la mano su tutti gli enti locali, specialmente su quelli in formazione come le nuove province, esautorandoli e rendendoli di fatto inoperosi con pesanti imposizioni di compiti, senza adeguati trasferimenti di risorse corrispettive, anzi scaricando su di essi le difficoltà politiche e finanziarie che hanno accompagnato in questi ultimi decenni il logoramento del tessuto istituzionale del Paese».
Secondo Rhodio, oggI il capro espiatorio di questa diffusa e fallimentare gestione dello Stato resta il sistema delle autonomie, che «invece di essere aiutato e sostenuto, è costretto a pagare colpe non sue e talvolta è dato in pasto al ludibrio delle popolazioni per disposizioni e norme capestro, anche di carattere impositivo del tipo spagnolistico, che provengono dal livello centrale e governativo».
«In questo contesto – osserva Rhodio – la soluzione che il Governo ha dato al proprio percorso ricompositivo delle amministrazioni provinciali, almeno in Calabria, mi sembra sia l’unica decisione saggia, che però deve essere seguita da altre decisioni, quali il superamento di collegi elettorali minuscoli, le particolari forme di decentramento a livello comprensoriale, con aggiustamenti di taluni cunei territoriali che ai confini estremi delle provincie registravano già in passato anomalie e difficoltà, che potrebbero essere definite con compensazioni di Comuni da ambo le parti e comunque attraverso referendum delle comunità interessate.
Ovviamente tutto ciò potrà avvenire se lo Stato centralistico smetterà di intervenire nella riorganizzazione territoriale amministrativa e dei servizi fondamentali (come il caso dei Tribunali e dei Giudicati di pace) con diktat che sembrano emulare momenti e metodi che caratterizzano i sistemi dittatoriali, e invece tornerà, attraverso la reintroduzione della buona politica, con una legge elettorale garantista del protagonismo dei cittadini elettori e con Partiti veramente rappresentativi e propositivi, a favorire un sereno e costruttivo confronto collaborativo con il sistema delle autonomie locali, riconosciuto dall’articolo 5 della Costituzione».

Carmela Commodaro

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