On. Guido Mantella: il ricordo di Peppe Mercurio

La morte dell’On. Mantella lascia tutta la comunità nello sconforto e nella prostrazione per una perdita incolmabile di un uomo di grande spessore umano, morale e politico che ha segnato da protagonista impareggiabile sessanta e più anni di vita e di impegno politico e sociale. 
Il ricordo, o meglio i ricordi in questo particolare momento del trapasso si addensano e si rivivono come i fotogrammi di un percorso fatto assieme a Guido Mantella, dal momento in cui egli rivestiva incarichi prestigiosi nel Partito della Democrazia Cristiana, come quello di Segretario del Partito, di Consigliere Provinciale, di Deputato della Repubblica e di Sindaco di Squillace. Dopo l’impegno nel movimento giovanile DC nella provincia di Catanzaro, nel 1956 fu eletto per la prima volta Sindaco di Squillace, dovendo anche gestire una situazione di conflitti sociali molto forti.
 Basti ricordare che a quel tempo furono approvate leggi rivoluzionarie nel campo dell’agricoltura, con il primo piano verde, la manodopera imponibile, l’occupazione delle terre da parte dei contadini, una pesante disoccupazione per gli operai e tantissime difficoltà. 
Il giovane Sindaco si distinse per la sua capacità di mediazione, per le sue doti morali immense e, soprattutto, per la capacità e la voglia di porsi sempre e comunque accanto ai ceti più deboli, per una affinità della quale è andato sempre fiero ed orgoglioso.
 Dopo la prima esperienza di Sindaco, Mantella fu eletto con una messe di voti Consigliere Provinciale, rivestendo l’incarico di Assessore Provinciale ed assumendo la difficile delega per la gestione dell’Ospedale Psichiatrico di Girifalco in un momento particolarissimo, in cui si stava rischiando la debilitazione dei servizi e la perdita di tanti posti di lavoro. Successivamente, da politico con grande acume e con doti non comuni di pragmatismo ed efficientismo, assunse l’incarico prestigioso di Segretario Provinciale della D.C., in un’epoca in cui rivestire quell’incarico voleva significare gestire potere e relazioni di prestigio. Nel 1972 venne eletto con decine di migliaia di voti di preferenza, risultando tra i primi eletti nel collegio unico calabrese, Parlamentare alla Camera dei Deputati, dove fu poi rieletto nel 1976 ed anche per una terza legislatura.squillace peppe mercurio2
 Lasciò il Parlamento nel 1983, quando già era stato rieletto Sindaco a Squillace, dove rimase in carica fino al 1985, per essere ancora rieletto nel 1990 e fino al 1992. Credo che l’impegno politico di Guido Mantella lascia una traccia indelebile nella Città di Squillace, ma anche nell’intera Calabria dove, anche nei Comuni più sperduti, ancora oggi gli anziani che lo hanno conosciuto e votato, lo ricordano con senso di rispetto e gratitudine, per essersi sempre distinto dalla casta politica e per la sua capacità dialogativa per la comprensione dei problemi veri della gente. 
A mio modesto avviso, Guido Mantella, a ragione, può essere considerato un protagonista inimitabile della politica al servizio delle comunità e delle istituzioni, avendo saputo coniugare in modo eccellente l’onestà morale ed intellettuale, la forza delle idee tradotte in operatività e concretezza, la capacità di saper leggere i bisogni della povera gente, verso cui ha sempre manifestato gesti concreti di solidarietà. 
Se si volesse declinare una definizione per l’uomo politico Guido Mantella, la migliore sarebbe: piccolo-grande uomo, che ha servito con amore le istituzioni e che è sempre stato con i più deboli. Guido Mantella, che piaccia o no, per chi lo ha conosciuto, è sempre stato uomo di grande rettitudine, sobrio e spesso rude, non avvezzo alle lusinghe o ai compromessi, diretto ed efficace nelle sue azioni di servizio, capace di condividere con la povera gente ansie e problemi, sempre sollecito nel tradurre la forza del potere in atti di solidarietà e di concretezza.
 Il burbero benefico, come piace ricordarlo a molti tra quelli che gli sono stati vicini e che con lui sono cresciuti nel servizio politico, aveva la capacità e l’umiltà di cercare quanti dal suo agire si ritenevano, a torto o a ragione, offesi o poco considerati.

Lascia un commento