Muccari difende il suo operato e lancia strali contro la minoranza

Maggioranza e minoranza ai ferri corti, a Squillace. Dopo i recenti attacchi sferrati dalle opposizioni sulla tassa rifiuti e su altri argomenti, il sindaco Pasquale Muccari ritiene che questo atteggiamento sia dovuto al fatto che «soprattutto il capogruppo di “Riviviamo Squillace”, Franco Scicchitano, ha mal digerito il parere del Ministero dell’Interno contrario alla sua interpretazione del regolamento comunale sulla validità delle sedute».
Muccari approfitta per fare il punto della situazione amministrativa attuale. Sul consigliere Scicchitano afferma che «egli non ha mai accettato la sconfitta elettorale, né si ricandiderà più, in quanto incapace di affrontare la difficile situazione finanziaria in riferimento ai debiti contratti per investimenti e che non sono di competenza commissariale. Invece di collaborare alla soluzione dei problemi continua ad eccepire addirittura i tempi di pubblicazione delle delibere, ma anche su questo fronte perderà, perché mai un giudice condannerà un sindaco a causa delle distrazione burocratica che nessuna opposizione in passato ha mai sollevato».
In merito all’abbandono dei consiglieri Enzo Lioi e Domenico Passafaro, transitati dal gruppo di maggioranza all’opposizione come indipendenti, il primo cittadino assicura che «fino a quando i numeri me lo consentiranno, andrò avanti e ben opererò, perché quello che ho fatto in questi due anni nessun sindaco lo ha mai fatto».
Poi fa un’anticipazione clamorosa. «Spero di arrivare presto alla conclusione di un programma minimo – afferma Muccari – per poi consegnare la mia città ad un nuovo sindaco, giovane, capace e preparato». Il sindaco in carica, dunque, a metà legislatura, pensa di passare il testimone ad altri.
Ed ha già in mente il suo sostituto, che potrà insediarsi, dopo regolari elezioni, «tra uno o due anni» «Questo – sottolinea Muccari, gettando già da ora le basi per la costruzione di una nuova lista – è quello che voglio fare: creare la futura classe dirigente».

Salvatore Taverniti

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