Intitolare una strada o un’opera pubblica di Squillace a Guido Mantella

Arriva dalla vicina Amaroni la richiesta di intitolare una strada o un’opera pubblica di Squillace a Guido Mantella, lo storico sindaco squillacese scomparso all’età di 88 anni nel 2012. A scrivere al commissario prefettizio Giuseppe Belpanno, che guida il Comune di Squillace dall’agosto scorso dopo la sospensione del consiglio per la mancata approvazione dell’assestamento del bilancio, è l’ex sindaco di Amaroni Rocco Devito.
L’occasione è data dalla ricorrenza del centenario della fondazione del partito popolare, da cui poi è nata la Democrazia Cristiana. Devito ha chiesto al commissari Belpanno di voler intitolare una strada, una struttura o la sala consiliare del Municipio a Guido Mantella, sindaco e parlamentare della Dc, partito a cui Squillace deve tantissimo. Guido Mantella, appena ventenne, aveva dato la sua adesione alla Democrazia Cristiana, della quale è stato fra i più tenaci ed entusiasti fondatori a Squillace e nel circondario di Catanzaro.
E’ stato deputato alla Camera per tre legislature, dal 1972 al 1983, con incarichi di componente delle commissioni “Lavori pubblici”, “Trasporti” e “Igiene e sanità pubblica”. Ha ricoperto le cariche di consigliere e assessore provinciale di Catanzaro ed è stato sindaco di Squillace per sei consiliature, la prima volta all’età di 31 anni.
Proveniente dall’Azione Cattolica e dalle Acli, in cui si è forgiato nell’impegno civile, nella fedele testimonianza dei princìpi e dei valori cristiani, nella tutela della dignità della persona umana, Mantella era noto per la sua umiltà, la gentilezza, la coerenza e il forte impegno per la crescita e il progresso della città di Squillace e dell’intero comprensorio.
La sua vita è stata votata totalmente all’attività politica e amministrativa, con un occhio di riguardo sempre per gli ultimi. E’ stato apprezzato da tutti, anche dagli oppositori politici, per la sua lungimiranza, la sua capacità d’azione, le sue qualità umane, le doti oratorie. Nutriva un amore sfegatato per la giustizia sociale e per la sua città.

Salvatore Taverniti

Lascia un commento