Il gruppo “Riviviamo Squillace”: sarà importante la squadra e non il singolo per la prossima amministrazione

Nella prossima consiliatura determinante sarà la squadra che andrà ad amministrare il Comune di Squillace. Ne sono convinti i tre consiglieri comunali del gruppo “Riviviamo Squillace”, che negli ultimi quattro anni hanno ricoperto il ruolo di opposizione all’amministrazione guidata da Pasquale Muccari.
Esperienza che si è conclusa anzitempo per le note vicende che hanno portato verso la sospensione del consiglio comunale e al commissariamento dell’ente. Il consiglio, infatti, convocato nelle scorse settimane dopo la diffida del prefetto, non è riuscito ad approvare il riequilibrio del bilancio dell’anno corrente.
Il gruppo di “Riviamo Squillace”, guidato da Franco Scicchitano e composto anche da Vittorio Froio e Aldo Zofrea, al termine di una riunione convocata per fare il punto della situazione, ha voluto congedarsi dai cittadini, parlando, comunque, di «esperienza esaltante e gratificante, di lealtà e coesione, onorando fino in fondo il nostro mandato, offrendo spesso sponde di collaborazione e proponendo idee e soluzioni».
Secondo Scicchitano Froio e Zofrea, dopo il fallimento dell’amministrazione Muccari e il conseguente commissariamento dell’ente, è nota a tutti la gravità della situazione in cui versa il comune, specie dal punto di vista economico e finanziario, con incognite sul futuro amministrativo e gestionale. «Non è questione – rilevano i tre – di chi si candida a fare il sindaco, ma prioritaria dovrà essere la cosiddetta squadra, in cui dovranno prevalere la voglia di mettersi in gioco e la necessità di assumersi responsabilità in forma singola e collettiva».
Il problema è legato anche al fatto che molti dei dirigenti e dei dipendenti comunali sono sulla via del pensionamento e non è escluso che prossimamente il comune resti sguarnito delle figure professionali in grado di sopperire alla concreta gestione dei servizi.
E’ molto probabile che i futuri amministratori, in carenza d’organico, saranno chiamati a svolgere concretamente i singoli servizi comunali. «Il nostro ragionamento – concludono i tre ormai ex consiglieri – non è orientato a fare terrorismo psicologico, ma è una base da cui partire per ipotesi di nuovi impegni».

Salvatore Taverniti

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